Connessione o autenticità?
Il rinomato medico ungaro-canadese, esperto di trauma, Gabor Maté, spiega che un bambino ha due importanti bisogni primari: l’attaccamento e l’autenticità.
L’attaccamento è la spinta a connetterci con un altra persona, a sentirci “visti”.
L’autenticità può intendersi come la capacità di riconoscere la propria esperienza, i propri bisogni, e agire in un modo che sia in allineamento con questi, un modo che esprima chi siamo veramente.
Per comprendere la connessione tra questi due bisogni originari, possiamo guardare all’infanzia.
Da bambini, abbiamo bisogno di attaccamento per sopravvivere: dipendiamo dai nostri genitori, sia fisiologicamente, che per calmarci nei momenti di angoscia e fornirci un adeguato “rispecchiamento” delle nostre esperienze ed emozioni; tutto ciò ha un impatto sul “cablaggio” del nostro cervello a un livello molto profondo e duraturo. Ad esempio, se ci viene detto, o ci viene data l’impressione, che essere arrabbiati sia “sbagliato”, che mostrare emozioni sia “cattivo” (ovvero, implicitamente, che alcune parti di noi debbano essere soppresse per poter noi essere amati) cominceremo a nascondere noi stessi, le nostre emozioni e sacrificare la nostra espressione autentica per preservare gli attaccamenti ai nostri cari.
Seppure l’autenticità sia un istinto e al contempo un bisogno primordiale per l’essere umano, un bambino sacrificherà sempre sé stesso, pur di assicurarsi un legame sicuro, e mai il contrario: infatti può “vivere” anche senza la sua autenticità, mentre non può sopravvivere senza connessione umana.
Questa scelta, che inizialmente ci é richiesta per la nostra sopravvivenza, può seguirci fino all’età adulta, portandoci a impersonare un riflesso del nostro sè bambino, in un ripetersi di difficoltá e delusioni.
Molti di noi hanno imparato e “normalizzato” il fatto che le relazioni arrivano con un certo sacrificio di sé.
Questo è ciò che abbiamo l’opportunità di disimparare con l’Authentic Relating: possiamo infatti avere sia connessione che autenticità.
Le pratiche dell’Authentic Relating ci insegnano ad accogliere noi stessi e l’interezza della nostra esperienza, a dare valore e spazio anche alle parti di noi invisibili o mai ascoltate, a stare con le nostre emozioni rimanendo radicati e sicuri nel corpo.
Assumendoci e rivelando ad altri la nostra esperienza, diamo loro la possibilità di entrare nel nostro mondo, di vederci per chi siamo veramente e, nel fare questo, possiamo orientarci verso un senso di sollievo, di maggiore coerenza, sanando antiche ferite.